Barbara Zaccherini

Imola, 24 settembre 2020

Ciao Barbara,

l’Eurek è una famiglia per te. Questa Azienda si fonda su forti valori, primi fra tutti l’impegno e la
dedizione che ti hanno spinta a soli 20 anni a prendere le redini di questa realtà insieme a Monica,
diventando nei primi anni 90 una giovanissima imprenditrice.

La creatività è ciò che da sempre ti contraddistingue. In questi anni ti sei occupata di elettronica
durante il giorno e hai cucito abiti come hobby alla sera, imparando che le due cose vanno di pari
passo: l’elettronica non può prescindere dalla passione. Per poter svolgere il tuo lavoro ci
vogliono maestria, eleganza e una spiccata personalità, valori che metti a disposizione dei tuoi
clienti attraverso consulenze e consigli su misura.

Perché hai scelto l’Elettronica?

B: Ad essere sinceri è l’elettronica che ha scelto me. Quando finiva la scuola, durante l’estate, avevo l’obbligo morale di lavorare almeno un mese nel laboratorio di mio fratello, io in realtà avrei voluto solo scorazzare per le vie della mia Imola con il motorino oppure  correre al mare ma…“fidati che  poi ti godrai meglio le vacanze “ mi diceva sempre mio padre..come dargli torto, e così cominciai a prendere confidenza con tutti quei componenti colorati che a seconda di come li assemblavi potevano creare una miriade di cose.Ecco è sicuramente questo  ciò che da sempre mi ha affascinato, Progettare e Creare.

Sei il volto di Eurek: quali sono i lati della tua personalità che vuoi che ci rappresentino?

 

B:  Il mio primo valore personale è quello della LIBERTÀ,  e credo che sia il motivo principale che mi ha spinto a fare l’imprenditrice.

Io credo che avere tutti i giorni  la libertà di scegliere gli orari del mio lavoro, in che modo poterlo fare  e poter collaborare con le persone che mi sono scelta sia una immensa fortuna che migliora la qualità della mia vita e della mia famiglia.

Questo è il motivo principale per cui i nostri collaboratori hanno gli orari flessibili.

 

Lo stesso concetto di Libertà mi piace espanderlo anche con i clienti, quando sviluppiamo un progetto,  una volta finito consegniamo tutta la documentazione e i file necessari in modo che il nostro cliente possa sentirsi libero di produrlo dove meglio crede.  Il cliente deve essere libero di lavorare con noi perché è felice di sceglierci per le nostre qualità e competenze e MAI costretto. 

Qualcuno dice che sei un“imprenditrice sovversiva”: in cosa ritieni di essere differente?


B: Sono  Fabrizio Cotza e Maggy Tarallo che mi considerano tale ☺..io credo di avere ancora un po’ di strada da fare. Sono i fondatori dell’associazione imprenditori sovversivi  , con cui condivido confronto, concetti e valori e a cui mi ispiro sempre.

 

Tanti anni fa , quando ero agli inizi del mio percorso, e la nostra piccola realtà stava crescendo, mi ero fatta prendere e le ore che le dedicavo erano decisamente troppe, talmente tante che ho rischiato di ammalarmi.  Da allora mi sono data delle regole e la prima è che almeno 3 giorni al mese li devo pianificare in agenda per me, da utilizzare come voglio, l’importante è fare quello che mi fa stare bene, a volte scelgo di passare la giornata in famiglia, di dedicarmi ai miei hobby,  di leggere un libro in giardino , o semplicemente di andare dal parrucchiere, l’importante è che siano giorni per il mio relax.

 

Questo mi permette di ripulire la mente e renderla più lucida e libera per poter trovare soluzioni efficaci e buone intuizioni.

 

Non sempre le tante ore di lavoro equivalgono a un buon lavoro, come non sempre tanto fatturato fa un’azienda sana , molto meglio fatturare meno ma con più utili da reinvestire.

 

Spesso vedo colleghi cadere nella trappola del “ Sto in ufficio dalle 7 di mattina alle 9 di sera, c’è troppo da fare e non posso fare diversamente”  io credo che sia sbagliato, si può e si deve fare diversamente, per il nostro bene e delle nostre aziende.

 

Un’altra regola molto importante è che devi cercare di attirare  persone, che siano essi clienti o collaboratori, che condividano i tuoi  valori, così è più semplice lavorare insieme e si evitano sprechi inutili di energie.

Quali ostacoli hai riscontrato nell’essere stata donna e imprenditrice agli inizi della tua carriera?

 

B: Sarei ipocrita se dicessi che l’essere donna mi ha ostacolato, anzi al contrario spesso questa cosa ha suscitato curiosità e interesse , dando di conseguenza  a me la possibilità di presentarmi, quando magari ad un uomo sarebbe stata negata. Poi se mi chiedi se come donna è stato semplice far coincidere azienda e famiglia la risposta è NO, è stato sicuramente complicato, perchè oltre a  qualsiasi altra donna che si trova a gestire una famiglia ed ha un lavoro a tempo pieno, mi sono sentita spesso la grande responsabilità che il mio ruolo porta, ha portato e porterà con se, che devi sempre tenere a mente che le tue azioni e scelte hanno conseguenze su tutte le persone che lavorano con te e di cascata sulle loro famiglie.

 

Quindi l’ostacolo più grande è stato quello di lasciare i pensieri sulla scrivania e di tornare a casa con un po’ più di leggerezza.

Poi come imprenditrice credo di avere avuto le stesse difficoltà dei  miei colleghi uomini. Chi gestisce una piccola azienda in questo paese sa molto bene che non si deve aspettare aiuti  concreti,  che poi aiuti veri è pura utopia, sarebbe già un grosso passo avanti se smettessero di ostacolarci, sai che ti devi rimboccare le maniche e che devi trovare da solo le tue soluzioni. 

 

Che futuro sogni per Eurek?

 

B: Sogno che la Eurek possa continuare a dare serenità e  benessere a tutti i suoi collaboratori e di riuscire a  fare qualcosa di utile e bello per la nostra  comunità.

Sogno una Eurek ecologicamente sostenibile, mi piacerebbe riuscire a riciclare tutti i prodotti di scarto della nostra produzione, parlo di plastica e cartone, creare qualcosa per potergli dare nuova vita in modo che possano essere riutizizzati in modo intelligente. In questo momento vanno nell’oasi ecologica della nostra città ma non vedo un progetto concreto e reale per renderli davvero riutilizzabili. Mi piacerebbe raggiungere l’autonomia e avere nel nostro interno un vero e proprio processo di riutilizzo. Questo sarebbe davvero un grande SOGNO che si realizza.

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