Crisi dei semiconduttori: perché è nata? Quando terminerà?

I semiconduttori – materiali speciali impiegati per realizzare le componenti alla base dei chip – sono un elemento fondamentale di diversi oggetti tecnologici di uso quotidiano. Si trovano, ad esempio, all’interno di smartphone, televisori ma anche automobili moderne.

 

Negli ultimi due anni, il mercato di questi componenti elettronici ha subito una forte crisi, chiamata crisi dei semiconduttori oppure Chip Shortage. A farne le spese sono stati diversi settori, dall’automotive all’elettronica di consumo.

 

La domanda, a questo punto, sorge spontanea: perché è nata la crisi dei semiconduttori? Quando terminerà? Ti risponde Eurek in questo articolo.

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Come è nata la crisi dei semiconduttori?

La crisi dei semiconduttori trova inizio nei primi mesi del 2020, a causa dello scoppiare della pandemia di Covid-19. I lunghi periodi di lockdown e il conseguente blocco forzato per diverse aziende, comprese quelle produttrici di semiconduttori, hanno inciso notevolmente sulle quantità di articoli disponibili sul mercato.  Intuita la ridotta disponibilità di articoli, le aziende più reattive hanno fatto razzia dei pochi prodotti rimasti, lasciando il mercato quasi a zero.

 

Sul fenomeno del Chip Shortage ha inciso anche un errore di calcolo: a inizio pandemia le aziende coinvolte nella produzione di semiconduttori hanno tagliato le previsioni di vendita. Il risvolto, però, è stato totalmente differente: l’avvio della didattica a distanza, lo smart working e il desiderio di rimanere in contatto con le persone care lontane dalla propria abitazione hanno fatto si che la richiesta di device elettronici come smartphone, tablet e computer subisse una crescita esponenziale.

 

Questi due fattori hanno decretato l’esaurimento dei semiconduttori sul mercato, mettendo in seria difficoltà diversi settori. Secondo Eurek, comunque, la crisi dei semiconduttori ha inizi ben più remoti: se si pensa più in grande, infatti, si può notare che al giorno d’oggi sono davvero tanti i dispositivi che richiedono un chip per il loro funzionamento. Un esempio semplice sono le lampadine: a filamento non ne hanno bisogno, ma a LED sì. L’aumento della richiesta, quindi, si sarebbe comunque verificato.

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Gli effetti della crisi

Il quadro attuale è davvero variegato. Le case automobilistiche, ad esempio, sono state particolarmente penalizzate da questa crisi di mercato. La carenza dei semiconduttori, componenti sempre più essenziali per il completamento di un veicolo moderno, ha comportato il duplicarsi, se non triplicarsi dei tempi di consegna di un prodotto, causando grandi perdite economiche.

 

L’industria dell’elettronica consumer, anch’esso colpito in prima linea dalla carenza di semiconduttori, può ora contare sulla scelta delle principali aziende produttrici di questi componenti di rispondere al boom di richieste dedicando la produzione all’elettronica di largo consumo.

Quando finirà la crisi dei semiconduttori?

Dall’Oriente, luogo in cui sono collocate la maggior parte di imprese costruttrici di semiconduttori, sembrano arrivare buone notizie. La Cina, infatti, sta lavorando duramente per aumentare la produzione, fino ad arrivare a pareggiare domanda e offerta. Il futuro, però, è ancora molto incerto: la comparsa della nuova variante BA5 di Covid-19 ha creato il timore di nuovi lockdown, che potrebbero compromettere la produzione costante e rapida di chip.

 

Indubbiamente, incrementare la presenza di aziende specializzate nella costruzione di semiconduttori aiuterebbe la ripresa de mercato: ciò richiede però grandi investimenti. Fortunatamente, gli USA stanno già pensando a come organizzare il futuro: Intel, ad esempio, ha già stanziato cifre enormi per dare vita a nuovi impianti produttivi.

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In conclusione

Date le premesse, sarà difficile decretare la fine della crisi dei semiconduttori già nel 2023. ma l’impegno dimostrato da diversi Paesi nell’intensificare i ritmi produttivi fa ben sperare il settore dell’elettronica. Considerando che il numero di device che necessitano di chip è destinato a crescere costantemente, speriamo che i processi produttivi trovino un equilibrio idoneo a soddisfare la sempre crescente richiesta.   

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